La Puglia

La cultura italiana della tavola

Cena e Degustazione

Cena e Degustazione

Mercoledì 27 settembre, h 20,30

posti limitatissimi

La Fraschetta di Mastro Giorgio, Via Alessandro Volta 36, Testaccio (Roma)

A raccontarci le ricette: lo Chef Umberto Daeder

A raccontarci i vini: Francesco per la Cantina Conti Zecca

Ad arricchire la serata: le friselle de “I Contadini” / la pasta e le conserve di Ugento, Lecce

Il Menu

BENVENUTO:

Pettola di Baccalà fritta con Ricotta e Timo su salsa al prezzemolo

servita con calice di Sud Est Rosato Frizzante

*****

ANTIPASTO:

Frisella di grano duro pugliese “I Contadini” con Tonno di Dario, fagioli e pomodoro

servita con calice di Mendola Fiano Salento IGT

*****

PRIMO:

Assaggio di Maritati con farina di grano duro artigianali, essiccati a telaio come una volta con cime di rapa, guanciale di Maiale Nero e Cacioricotta “Presidio Slow Food”grattugiato

serviti con – Luna Salento IGT

*****

SECONDO:

Bombetta di Martina Franca con frittella di lampascioni

 servita con Liranu Negroamaro Riserva DOC

*****

IL DOLCE:

Pasticciotto leccese alla nostra maniera con crema pasticcera e marmellata di visciola

servito con Passito pugliese a sorpresa

Partecipazione: € 60

Prenotazione entro e non oltre lunedì 25-09-2023 previo versamento di un acconto di € 10 ad ospite a:

La Fraschetta Srl

IBAN: IT42I 03440 03218  000 000 175 100

Bic/Swift BDBDIT22

Causale: degustazione 27.09.23 per ….persone

Una volta effettuato il bonifico sarà opportuno segnalarlo ai contatti in calce.

Info e prenotazioni:

06 574 1369

info@lafraschettadimastrogiorgio.com

Testaccio (Roma), Via Alessandro Volta 36

PER SAPERNE DI PIù…

La Bombetta di Martina Franca

(da salumimartinafranca)

Il nome delle bombette pugliesi deriva dalla forma arrotondata che le caratterizza, ma si può pensare sia anche evocativo dell’esplosione di sapori che scatenano una volta addentate. Le bombette sono piccoli involtini di carne preparati con fettine di capocollo e ripieni di formaggio, sale, pepe e spezie. Il loro aroma unico si diffonde piacevolmente nell’aria specialmente tra le strade della Valle d’Itria e in particolare a Martina Franca, Cisternino e Locorotondo, ma l’intera regione ha adottato questa ricetta, creandone varianti locali una più gustosa dell’altra. Le bombette sono cotte in genere alla griglia o più spesso sui fornelli delle macellerie: una vera delizia da provare assolutamente se si capita da queste parti.

I Lampascioni

(da dissapore)

Il lampascione è una pianta erbacea e prettamente selvatica della macchia mediterranea pugliese. “I lampascioni si rifiutano di essere coltivati: nascono tra le pietre queste piccole cipolle che non hanno affatto il sapore di cipolle. Sono amarognoli e dolciastri allo stesso tempo: non accettano altro condimento che l’olio di Puglia e il pepe”. Il nostro amico narratore ci ha già spoilerato tutto: i bulbi del lampascione crescono circa 20 cm sotto terra e sono simili a delle cipolline, dal sapore decisamente più amaro che può essere in parte eliminato con l’ammollo prolungato in acqua.

Il loro profilo aromatico importante chiama per forza di cose preparazioni semplici: di solito sono saltati in padella interi, messi sott’olio o sotto la cenere. L’unico altro ingrediente che tollerano sono le uova: ecco quindi la frittata di lampascioni, piatto tipico della primavera-estate pugliese. Per realizzarla i bulbi vengono incisi più volte perpendicolarmente, di modo che una volta messi a stufare si schiudano come piccoli fiori e possano essere schiacciati: quando sono praticamente pronti, si aggiungono le uova sbattute.

Le Pettole

(da tarantomagna)

Le pettole tarantine sono soffici nuvole di pasta fritta che si preparano il giorno di Santa Cecilia e durante le festività natalizie. La tradizione vuole che vengano servite rigorosamente calde e cosparse di zucchero, ma ad alcuni piacciono anche nella versione salata, riempite cioè con acciughe, pomodorini e capperi.

I Maritati

(da saporie)

I maritati sono il matrimonio di due celebri formati di pasta: le orecchiette e i maccheroncini. Questo prodotto tipico pugliese si consuma specialmente la domenica e nei giorni di festa. Perché? Scopriamolo con questo identikit.

L’origine del termine maritati deriva dal fatto che i maccheroncini, chiamati anche maccarruni o minchiarieddi, nella cultura popolare pugliese rappresentano il simbolo della sessualità maschile, mentre le orecchiette sono il simbolo della sessualità femminile. Maritati significa, quindi, sposati e questo formato di pasta è stato protagonista dei pranzi nuziali salentini del passato come augurio per un matrimonio sereno e fecondo.

Orecchiette e maccheroncini vengono preparati con un impasto a base di semola di grano duro e acqua. Per realizzare i maccheroncini l’impasto viene arrotolato attorno a un apposito ferro, “paduro”, che viene poi sfilato. Le orecchiette, invece, nascono da cordoncini d’impasto spessi come un dito e lunghi circa 30 cm che vengono tagliati in porzioni di 1 cm e schiacciati con il pollice sul piano di lavoro per poi essere ribaltati ottenendo la classica forma a cupola. Una volta pronti, i maritati vengono fatti essiccare lentamente a basse temperature.

 

Il Pasticciotto Leccese

(da cortedelsalento)

Il Pasticciotto nasce nel lontano 1475, in una pasticceria di Galatina. Era il giorno dedicato a San Paolo, Santo Patrono del paese e nella pasticceria Ascalone si pensava a che dolce preparare. Purtroppo, il pasticcere, un certo Nicola, non aveva altro che degli avanzi di pastafrolla e della crema pasticcera. Pensa e ripensa e finalmente al pasticcere venne l’idea di foderare con della pasta frolla uno stampo dalla forma ovale e riempirlo con abbondante crema. Infine, lo ricoprì con un altro strato di pasta e lo mise in forno. Una volta cotto, lo battezzò “Pasticciotto di Ascalone”, ma il dolce ebbe talmente successo tra i pellegrini, che fu ribattezzato “Pasticiotto Leccese”.

Pin It on Pinterest

Share This